domenica 22 luglio 2007

Ven‘chi a Salem!!!!

Sveglia alle 4.30 e l’India ancora dorme, la corrente manca. Per i pochi temerari (11) che azzardano l’avventura fuori porta doccia al buio e barba fatta alla luce soffusa di un cellulare. Niente frugale colazione e indiani colti di sorpresa al momento della partenza dallo Xime. Nonostante la partenza notturna il piccolo autobus improvvisa una partita di calcio nella buia superstrada per la city: dribbling, , salti e fischi (in questo caso spremute di clacson) e finalmente rete alla stazione di Bangalore. Sonnolenza diffusa, problemi a orientarsi a capire da quale binario si parte. Per la stazione ci accoglie con un avvolgente aroma di spezie e non solo; rimaniamo basiti per la condizione della 2° classe indiana.….voi no??? Rimpiangiamo per un secondo la cara vecchia Trenitalia.
Ore 6.25 il treno si muove in perfetto orario (amaizing) attraversa la città che comincia freneticamente a svegliarsi tra clacson e bancarelle. In treno, passano di continuo tra gli scompartimenti, venditori ambulanti intenti a rifilarti le cose più disparate, dalla banale bottiglietta d’acqua al surrogato del involtino primavera strafritto. Qualcuno accenna un pisolino in posizioni degne di un contorsionista ( vedi Micol) anche se il viaggio scorre veloce. Tre ore, cinquanta minuti 150 km percorsi ad una velocità media circa 70 km orari con un locomotore che sembra uscito dalla “Grande guerra”di Monicelli, però a bordo non ci sono Gassman e Sordi ma una marea di persone dirette chissà dove.
Welcome to Salem, piccola cittadina dispersa nella sconfinata pianura Indiana, il chaos che ci accoglie non è molto diverso da Bangalore cominciamo a prendere coscienza che il disordine regni sovrano in tutto il sub-continente.
Percorriamo mercati e strade stracolme di gente fino a giungere alla villetta di Mr. Ramesh compagno di studi del Prof. Corno.
Mr. Ramesh e la moglie, di una gentilezza più unica che rara, ci offrono un piccolo aperitivo tutti rigorosamente scalzi, i sorrisi che spesso valgono più di mille parole, non sono sufficienti di fronte all’estrema ospitalità di queste persone ( in India l’ospite è considerato ancora sacro, vi basti pensare che ad un ospite non viene mai chiesta la data del la sua partenza ). Dopo una breve rimpatriata tra vecchi amici passata sfogliando le foto della Columbia, partiamo per il tanto desiderato “Eldorado”, la piantagione di Caffè di Mr. Ramesh.
Nasi rivolti all’in su, la piantagione come la felicità Dantesca si trova in cima a un monte; lungo i ripidi tornanti, attraversati a tutto gas dal nostro autista, non vi è però traccia del leone ne della lupa ne della lonza in compenso ci imbattiamo in un branco di scimmie, ordinatamente disposte lungo le barriere, che ci guardano incuriosite. In cima al monte raggiungiamo Yearcaud piccolo paesino con un laghetto in perfetto stile Idroscalo, dove le famiglie medie indiane si godono un giorno di “meritato” riposo a bordo di un pedalò o godendosi un brunch.
Raggiungiamo la piantagione e Mr. Ramesh insieme ai suoi dipendenti ci mostra le piante da cui sboccia il seme della tanto amata bevanda da noi occidentali, altra breve sosta ad una piccola casetta in mezzo alla piantagione dove avviene la selezione dei chicchi e la prima fase di lavorazione.
13.45 le pance cominciano a brontolare, andiamo a mangiare, sempre accompagnati da Mr. Ramesh in un ristorante poco lontano dal laghetto, tutto sembra procedere per il meglio finché non ci viene imposto dal costume locale di mangiare “soltanto” con le mani, comincia lo show!!!, Il tavolo e il resto del pavimento presto si riempiono di bocconi andati male, sotto lo sguardo divertito di Mr. Ramesh. Mangiati e più o meno sazi scendiamo la montagna, ultimo passaggio alla casa della gentile famiglia indiana e sosta alla gioielleria più sfarzosa della città; piccoli acquisti preziosi (specialmente per le nostre ragazze) e partenza dalla caotica stazione di Salem dove notiamo divertiti dalla banchina un gruppetto di mucche che pascolano liberamente tra i binari.
Il treno della ’15 - ’18 arriva, il viaggio sarà lungo e scomodo ma certamente divertente e da ricordare….passa mezz’ora e anche lo stoico capo gruppo, il Prof. Corno cade assopito come un bambino, allora è umano anche lui!!!!


Mike, Lollo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io ho fatto parte degli 11 che hanno provato anche il "brivido" del treno indiano!e chi l`avrebbe mai detto!?! Eppure abbiamo trascorso li` quasi 8 ore della nostra giornata...perche` desiderare la nostra trenitalia quando di fianco a noi era possibile ammirare lo sguardo cosi` profondo della gente indiana??? e poi non era cosi` conciato male il treno.... le mie aspettative erano piu` basse prima della partenza...viaggiavamo ad una velocita` di 70km/h ma chi va piano va sano e va lontano, no??? e noi siamo giunti sani e salvi sia a Salem (mi piacerebbe ringraziare il prof per averci dato la possibilita` di consocere la famiglia Ramesh di cui ho apprezzato infinitamente la loro cordialita`e ospitalita`)sia a Bangalore....una domenica davvero costruttiva!!!
Roselita